L’Attore e La Maschera
nella Commedia dell'Arte

Corso internazionale diretto da Fabio Mangolini
Ferrara dal 18 al 30 luglio 2022

L’Attore e la Maschera nella Commedia dell’Arte


“Commedia degli Zanni”, “Commedia dei Buffoni”, “Commedia dell’Arte”. Siamo nella seconda metà del XVI secolo. Gli attori elevano il loro mestiere, fino allora considerato come basso ed infamante, al rango di arte portandolo in pochi anni dalle piazze ai luoghi di potere dell’epoca: le Corti europee.
L’arte dell’attore viene riconosciuta, è riconosciuto il professionismo del teatro. Gli attori creano personaggi vicino ai caratteri della gente, rubano dei tipi alla vita quotidiana e li rendono accessibili ad ogni pubblico, li rendono universali e per questo li stilizzano, li rendono grotteschi. Usano per il loro scopo le maschere.
È così che la maschera, di cui si trovano le radici nelle feste e nei riti dei Carnevali del Medio Evo, diventa oltre a mezzo grottesco anche strumento, utensile di lavoro, come quello di qualsiasi artigiano. La Commedia dell’Arte, d’altra parte, converte l’attore in artigiano del teatro capace di trasformare i materiali della vita quotidiana in un repertorio da utilizzare sulla scena. La Commedia dell’Arte passerà poi alla storia del teatro anche come “Teatro all’improvviso”. Per anni si darà al termine di “improvvisazione” un significato leggendario, come se tutto ciò che avvenisse sulla scena non fosse altro che il frutto dell’ispirazione dell’attore in un momento di folgorazione drammatica. Niente di più falso. E niente di più studiato e lavorato, addirittura cesellato, dell’improvvisazione dei commedianti dell’Arte. Si trattava di vere e proprie partizioni che gli attori si passavano di generazione in generazione quasi fossero degli utensili, gli strumenti dell’arte. Venivano tramandati per “Centoni”. Questi erano una specie di breviari, preziosamente custoditi da ogni attore, contenenti estratti di scene, lazzi, giochi comici, canzoni, da cui gli attori potevano attingere al momento dell’improvvisazione. E il “Centone” di ogni attore si arricchiva nel corso della carriera che si legava indissolubilmente alla vita del personaggio che quell’attore interpretava.
Teatro di professionisti uniti in compagnie, sodalizi capaci di resistere nel tempo come “I Gelosi” di cui si hanno notizie per più di cinquant’anni. Ciò significa vitalità di una forma artistica oltre che adattamento a diverse condizioni storiche. Teatro di professionisti e teatro d’esportazione, visto che in pochi anni la Commedia dell’Arte, nata nel triangolo Venezia-Bologna-Milano, viene esportata in tutta Europa con grande successo. Quindi un teatro accessibile ad ogni pubblico, un teatro popolare che va al di là delle barriere linguistiche e regionali.
Se un’espressione artistica nasce da un adattamento, da una stilizzazione della realtà, dalla ricerca di un pubblico e dalla necessità di coltivare i suoi gusti, così la Commedia dell’Arte propone dei tipi universali, dei linguaggi semplici e diretti, un teatro popolare che si rende presto universale.



Perché uno stage di Commedia dell'Arte?
Una prospettiva educativa

Lo studio della maschera e il suo uso nella tradizione della Commedia dell'Arte corrispondono indubbiamente ad una visione del teatro in cui l'attore si riconosce come l'artigiano della propria maestria, della propria arte.


Si tratta di applicare un codice dato dalla maschera, sulla profonda verità di un personaggio, affinché questa verità diventi verità universalmente leggibile, esternalizzata ma mai esterna e superficiale. È su queste basi che si possono trovare legami privilegiati con alcune tradizioni orientali del teatro mascherato.


La maschera e la Commedia dell'Arte hanno bisogno di attori dalle basi solide e dalle grandi qualità: si tratta di un teatro totale dove l'interpretazione, la tecnica della maschera, il canto, l'acrobatica, la pantomima, la scherma ... si mescolano e si armonizzano in un ritmo che diventa proprio alla Commedia.


Un'ultima riflessione sulla maschera che copre due funzioni: una, teatrale, al servizio totale della rappresentazione; l'altro, pedagogica, che sviluppa l'abilità recitativa dell'attore, anche una volta che la maschera è stata rimossa.

DOCENTI

Il corso è diretto da Fabio Mangolini,
regista, pedagogo, attore.

Commedia dell’Arte, Acrobatica e Scherma.

Fabio Mangolini, già allievo di Marcel Marceau, con una vasta esperienza in Europa, America e Giappone come attore, regista e insegnante, ha praticato e pratica tuttora la Commedia dell’Arte. Specializzato nei ruoli di servitore (Arlecchino, Pulcinella, Zanni, Sganarello…), ha insegnato Commedia dell’Arte all’Ecole Internationale de Mimodrame Marcel Marceau di Parigi e in diverse Accademie teatrali in tutto il mondo (Richmond University, al Conservatore de Art Dramatique di Bruxelles e all’Academie de l’Union di Limoges… ultimamente anche al GITIS e al MKAT di Mosca) oltre che in stages internazionali (Italia, Spagna, Francia, Giappone, Stati Uniti, Russia…). È stato Professore alla Real Escuela de Arte Drammatico de Madrid. Attualmente è Coordinatore della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara e Presidente e Referente Artistico della Scuola dell’Opera Italiana di Bologna. Dal 2005 collabora con il Centro Maschere e Strutture Gestuali di Abano (Padova).

DANI LLULL

Canto e Madrigali

Daniel Llull è un attore, musicista e dottore in biologia. Specialista in improvvisazione teatrale, commedia gestuale e Commedia dell’Arte, così come in canto a cappella e musica del teatro rinascimentale. Da più di cinque anni, svolge la sua attività in diverse importanti compagnie di Madrid, tra cui spiccano la compagnia d’improvvisazione Impromadrid Teatro (con spettacoli come “El Nuevo Catch de Impro”, “La Familia García de la Impro” o “Soup Buey”); la compagnia di umorismo gestuale Yllana (con “Brokers” o “the Hole”). È da anni assistente di Fabio Mangolini, con cui ha organizzato diversi corsi e realizzato spettacoli, come “el Basilisco Enamorado” (Festival de Teatro Clásico de Almagro 2008) e “la Rueda del Juicio”. Come musicista ha fatto parte di diversi gruppi corali come cantante e direttore; attualmente è membro del quartetto a cappella Primital Bros che esplora un ampio repertorio di musica moderna mescolando la musica vocale al teatro in spettacoli propri, come “Tutto per Gina”. Parallelamente alla sua attività sul palco pratica un’attività pedagogica, essendo professore di Teatro, Improvvisazione teatrale e Storia del teatro e organizzando corsi specifici di maschera e di Commedia dell’Arte.

MASCHERE

Le maschere sono state create da Donato Sartori e da Ninian Kinner Wilson.

Donato Sartori

Mondialmente conosciuto per le sue maschere che perpetuano la tradizione della Commedia dell’Arte recuperata da suo padre Amleto. Dirige il “Centro Maschere e Strutture Gestuali” ad Abano, considerato da anni come un punto di riferimento fondamentale per tutte le attività relative al mondo della maschera e delle sue tradizioni.

Ninian Kinner Wilson

Dopo essersi diplomato nel 1976 alla Scuola di Belle Arti di Liverpool, studia e lavora con Carlo Boso e con il fabbricante di maschere veneziano Stefano Perrocco. Dal 1981 al 1986 lavora come attore con la compagnia inglese “The Unfortunati”. Dal 1986 crea maschere per compagnie inglesi, francesi, italiane, spagnole, danesi e belghe; I suoi lavori sono stati esposti in Francia e Gran Bretagna.

INFORMAZIONI

Durata: Dal 18 al 30 Luglio 2022.